18 ottobre 2005

Sono bislacchi cunei puntuni che attizzano falotici sentieri, sono erti come abbrivii montani, sono pingui come anse d'acqua nanfa o vetuste brughiere, sono gole ignivome quando la sferza annuncia l'alba, sono rughe dicembrine quando la nebbia placa foglie e inonda soglie, sono erbe assonnate, sono boccioli getanici quando la rosa s'addorme, quando il viso s'aggrotta, quando il quando si desta, quando la destra mancina, quando la macina freme, quando la speme s'addensa, quando la lenza s'affonda, quando l'onda la prende, quando scende; sono il resto che rende ogni dare, sono la ruota che accoglie la biella, la tibia infistolita che sospinge il passo, sono coppie con asso, sono carta con sasso, sono il polso lasso che l'unghia preme, sono germoglio e seme, bulbo e raggio, culo e camicia; sono il sorriso e la sfiga, così, come le mutrie parole non hanno riparo né sorte.